저는 주님의 종입니다.
말씀하신대로 저에게 이루어지기를 바랍니다.(루카 1, 38)

게시판


 
  2013년도 신학생과 수련수녀들에게 하신 말씀...
  
 작성자 : 운영자
작성일 : 2016-01-19     조회 : 8,583  

안녕하세요, 좋은 저녁입니다! 피시켈라(Fisichella) 몬시뇰께 여러분이 이탈리아어를 알아듣는지 물었는데, 여러분 모두 통역으로 들을 수 있다고 하시더군요. 몬시뇰께서는 여러분 모두 예수님께 ‘영원히’ 삶을 드리고자 한다고 말씀하셨어요! 여러분 지금 박수를 치고, 축제를 벌이지요. 결혼식이니……. 하지만 신혼 기간이 끝나면 무슨 일이 생기나요? 어떤 신학생이, 아주 훌륭한 신학생이었는데, 이렇게 말하는 것을 들었어요. 그는 그리스도께 봉사하고 싶지만 10년 동안만 그렇게 하고, 나중에는 또 다른 삶을 시작해 볼 생각이라고요……. 이건 아주 위험한 생각입니다! 우리 모두, 나이가 좀 더 든 우리도, 이 ‘일시성(一時性)’의 문화의 압박을 받고 있어요. 이것이 위험한 이유는 한 번의 선택으로 영원히 투신하는 삶을 살고자 하지 않기 때문이에요.

“나는 사랑이 지속될 때까지만 결혼 상태에 있겠다. / 일단 수녀가 되겠지만, ‘잠시’ 동안, 얼마 동안만 하다가 그 다음에는 한번 다시 봐야지. / 사제가 되기 위해 신학교에 가지만 나중에 어떻게 될지는 나도 모르지.” 이런 식으로 예수님과 함께할 수는 없어요! 저는 여러분을 나무라는 것이 아니라 이 ‘일시성’의 문화를 나무랍니다. '일시성‘의 문화는 우리에게 좋은 영향을 주지 못하며 결국 우리 모두에게 타격을 줍니다.

결정적으로 단 한 번의 선택을 한다는 것이 오늘날에는 매우 어렵기 때문이에요. 저희 세대에서는 좀 더 쉬웠었지요. 당시의 문화가 혼인 생활이건, 봉헌 생활이건, 사제 생활이건 단 한 번의 결정적인 선택을 하는 데에 도움을 주었기 때문입니다. 그러나 지금 이 시대에 한 번의 결정적인 선택이란 쉽지 않아요. 우리는 이런 ‘일시성의 문화’의 희생자들입니다.

저는 여러분이 이런 것을 생각해 보았으면 합니다. ‘나는 어떻게 이 일시성의 문화에서 벗어날 수 있을까?’ 우리는 우리 내면의 방문을 안에서 잠그는 법을 배워야 합니다. 한번은 한 사제가, - 그는 훌륭한 사제였지만, 자신이 좋은 사제라고 생각하지 않았어요. 겸손했거든요. - 자신이 죄인이라고 느끼고, 성모님께 많이 기도드렸는데, 절대로 절대로 예수님으로부터 멀어지지 않겠다고 다짐하며 성모님께 이렇게 말씀드렸어요.

“어머니, 오늘 밤 약속은 진지합니다. 하지만 만약의 경우를 대비해서 열쇠를 바깥에 놓아두시는 것을 잊지 마세요.” 그런데 무슨 일이 생길지에 대비해서 늘 바깥에 열쇠를 놓아둔다면……. 이건 안 돼요. 우리는 안에서 문을 잠그는 법을 배워야 합니다! 아직 자신이 확신이 없다면, 아마 시간을 조금 더 가져야겠지요. 그리고 예수님 안에서 확신을 갖게 될 때, - 예수님 없이는 아무도 확신을 갖지 못하지요! - 문을 잠그는 거예요. 일시성의 문화란 무엇인가요?

저는 여기 들어오면서, 메모해 둔 것을 보았어요. 여러분에게 단어 하나를 전하고 싶었는데, 바로 ‘기쁨’이라는 단어예요. 항상 봉헌된 사람이나 신학생, 수도자, 젊은이들이 있는 곳에는 기쁨이 있어요. 항상 기쁨이 있어요! 그건 신선한 기쁨이고, 예수님을 따르는 기쁨이에요. 그 기쁨은 성령께서 주시는 것이지 세상의 기쁨이 아니에요. 그 기쁨은 어디에서 오는 것일까요? 토요일 저녁 집에 돌아가서 옛 친구들과 춤추러 간다고 생길까요? 신학생일 경우? 그런가요? 아니면 그렇지 않은가요?

누구는 이렇게 말할 겁니다. 기쁨은 우리가 가진 것에서 생긴다고. 그러니 최신형 스마트폰을 찾아보자. 아니면 더 빠른 스쿠터나, 눈이 띄는 자동차……. 그런데 저는 사제나 수녀가 최신형 자동차를 가지고 다니는 것을 볼 때 정말 마음이 안 좋습니다. 그렇게 할 수 없어요! 그건 안돼요! ‘그럼 신부님, 이제 저희는 자전거를 타고 다녀야 하나요?’ 자전거도 좋지요! 알프레드 몬시뇰은 자전거를 타고 다니세요. 나는 자동차가 필수적인 것이라고 믿어요. 할 일도 많고 이곳저곳으로 옮겨 다녀야 하니까요. 하지만 좀 더 검소한 차를 타고 다니도록 하세요. 만일 멋진 차를 좋아한다면 얼마나 많은 아이들이 기아로 죽어 가는지 생각해보도록 하세요. 그저 이것만이라도 생각해보세요! 기쁨은 우리가 가진 것들로부터 생겨나지 않습니다.

또 다른 사람들은 기쁨이 더욱 강한 감각을 자극하는 스릴 넘치는 극단적인 체험을 하는 데 있다고들 합니다. 또 유행의 첨단을 걷는 의상과 최신 유행을 접할 수 있는 장소에 가서 즐기는 데서 생긴다고 합니다. 또 여자 친구나 남자 친구를 잘 사귀는 것에서 기쁨이 온다고들 하면서 이 사람 저 사람을 가볍게 사귑니다. 이것은 사랑에 대한 불안입니다. 확신이 없어요. “시험 삼아 하는” 사랑입니다. 더 계속 열거할 수 있을 것입니다……. 여러분도 이런 현실을 무시할 수 없고 이런 현실과 접하고 있습니다.

우리는 이 모든 것이 어떤 욕구를 충족시키고, 어떤 감정을 자아낼 수 있다는 것을 알고 있습니다. 하지만 결국 그것은 피상적인 기쁨이며 보다 깊은 내면에까지는 내려오지 않습니다. 내적인 기쁨이 아닙니다. 한 순간의 도취감으로 진정한 행복을 가져오지 않습니다. 기쁨은 한 순간의 도취감이 아닙니다. 전혀 다른 것이에요!

진정한 기쁨은 어떤 사물이나 소유에서 오지 않습니다. 그것은 만남에서, 다른 사람들과의 관계에서 태어나며, 자신이 받아들여졌다고 느끼는 것, 이해받고 사랑받았다고 느끼는 것에서 옵니다. 그리고 다른 이를 받아들이고, 이해하며, 사랑하는 것에서 태어납니다. 한 순간의 일시적인 관심에서 그렇게 하는 것이 아니라 그 상대방이 한 사람의 인격체이기 때문입니다. 기쁨은 만남의 무상성(無償性), 즉 아무 대가를 기대하지 않고 만나는 것에서 태어납니다! 누군가 나에게 “너는 내게 중요한 사람이야.”라고 말해주는 것을 듣는 것입니다. 꼭 말로 할 필요는 없습니다. 이는 아름답습니다……. 그리고 하느님께서 우리에게 바로 이것을 깨닫게 해주십니다. 여러분을 부르시면서 하느님께서는 여러분에게 이렇게 말씀하십니다. “너는 내게 소중하단다. 너를 사랑하고, 너를 믿는다.” 예수님은 우리 각자에게 이렇게 말씀하십니다! 거기서 기쁨이 태어납니다. 예수님께서 저를 바라보신, 그 순간의 기쁨입니다. 이것을 이해하고 느끼는 것이 우리 기쁨의 비결입니다. 하느님의 사랑을 받았음을 느끼고, 그분에게 우리는 그저 숫자가 아니라 인격체임을 느끼며, 우리를 부르신 것은 그분이심을 느끼는 것입니다.

 

 

Buona sera!

Io domandavo a mons. Fisichella se voi capite l’italiano e mi ha detto che tutti voi avete la traduzione… Sono un po’ tranquillo.

Ringrazio mons. Fisichella per le parole, e lo ringrazio anche per il suo lavoro: ha lavorato tanto per fare non solo questo, ma tutto quello che ha fatto e farà nell’Anno della fede. Grazie tante! Ma mons. Fisichella ha detto una parola, e io non so se è vero, ma io la riprendo: ha detto che tutti voi avete voglia di dare la vita per sempre a Cristo! Voi adesso applaudite, fate festa, perché è tempo di nozze… Ma quando finisce la luna di miele, che cosa succede? Ho sentito un seminarista, un bravo seminarista, che diceva che lui voleva servire Cristo, ma per dieci anni, e poi penserà di incominciare un’altra vita… Questo è pericoloso! Ma sentite bene: tutti noi, anche noi più vecchi, anche noi, siamo sotto la pressione di questa cultura del provvisorio; e questo è pericoloso, perché uno non gioca la vita una volta per sempre. Io mi sposo fino a che dura l’amore; io mi faccio suora, ma per un “tempino…”, “un po’ di tempo”, e poi vedrò; io mi faccio seminarista per farmi prete, ma non so come finirà la storia. Questo non va con Gesù! Io non rimprovero voi, rimprovero questa cultura del provvisorio, che ci bastona tutti, perché non ci fa bene: perché una scelta definitiva oggi è molto difficile. Ai miei tempi era più facile, perché la cultura favoriva una scelta definitiva sia per la vita matrimoniale, sia per la vita consacrata o la vita sacerdotale. Ma in questa epoca non è facile una scelta definitiva. Noi siamo vittime di questa cultura del provvisorio. Io vorrei che voi pensaste a questo: come posso essere libero, come posso essere libera da questa cultura del provvisorio? Noi dobbiamo imparare a chiudere la porta della nostra cella interiore, da dentro. Una volta un prete, un bravo prete, che non si sentiva un buon prete perché era umile, si sentiva peccatore, e pregava tanto la Madonna, e diceva questo alla Madonna - lo dirò in spagnolo perché era una poesia bella -. Lui diceva alla Madonna che mai, mai si sarebbe allontanato da Gesù, e diceva: “Esta tarde, Señora, la promesa es sincera. Por las dudas, no olvide dejar la llave afuera” (“Questa sera, Madre, la promessa è sincera. Ma, per ogni evenienza, non dimenticarti di lasciare la chiave fuori”). Ma questo si dice pensando sempre all’amore alla Vergine, si dice alla Madonna. Ma quando uno lascia la chiave sempre fuori, per quello che può succedere… Non va. Dobbiamo imparare a chiudere la porta da dentro! E se non sono sicura, se non sono sicuro, penso, mi prendo il tempo, e quando mi sento sicuro, in Gesù, si capisce, perché senza Gesù nessuno è sicuro! – quando mi sento sicuro, chiudo la porta. Avete capito questo? Cosa è la cultura del provvisorio?

Quando sono entrato, ho visto quello che avevo scritto. Volevo dirvi una parola e la parola è gioia. Sempre dove sono i consacrati, i seminaristi, le religiose e i religiosi, i giovani, c’è gioia, sempre c’è gioia! E’ la gioia della freschezza, è la gioia del seguire Gesù; la gioia che ci dà lo Spirito Santo, non la gioia del mondo. C’è gioia! Ma dove nasce la gioia? Nasce… Ma, sabato sera torno a casa e andrò a ballare con i miei antichi compagni? Da questo nasce la gioia? Di un seminarista, per esempio? No? O sì?

Alcuni diranno: la gioia nasce dalle cose che si hanno, e allora ecco la ricerca dell’ultimo modello di smartphone, lo scooter più veloce, l’auto che si fa notare… Ma io vi dico, davvero, a me fa male quando vedo un prete o una suora con la macchina ultimo modello: ma non si può! Non si può! Voi pensate questo: ma adesso, Padre, dobbiamo andare con la bicicletta? E’ buona la bicicletta! Mons. Alfred va con la bicicletta: lui va con la bicicletta. Io credo che la macchina sia necessaria, perché si deve fare tanto lavoro e per spostarsi di qua… ma prendetene una più umile! E se ti piace quella bella, pensate a quanti bambini muoiono di fame. Soltanto questo! La gioia non nasce, non viene dalle cose che si hanno! Altri dicono che viene dalle esperienze più estreme per sentire il brivido delle sensazioni più forti: alla gioventù piace andare sul filo del coltello, piace proprio! Altri ancora dal vestito più alla moda, dal divertimento nei locali più in voga - ma con questo non dico che le suore vanno in quei posti, lo dico dei giovani in generale. Altri ancora dal successo con le ragazze o con i ragazzi, passando magari da una all’altra o da uno all’altro. E’ questa insicurezza dell’amore, che non è sicuro: è l’amore “per prova”. E potremmo continuare… Anche voi vi trovate a contatto con questa realtà che non potete ignorare.

Noi sappiamo che tutto questo può appagare qualche desiderio, creare qualche emozione, ma alla fine è una gioia che rimane alla superficie, non scende nell’intimo, non è una gioia intima: è l’ebbrezza di un momento che non rende veramente felici. La gioia non è l’ebbrezza di un momento: è un’altra cosa!

La vera gioia non viene dalle cose, dall’avere, no! Nasce dall’incontro, dalla relazione con gli altri, nasce dal sentirsi accettati, compresi, amati e dall’accettare, dal comprendere e dall’amare; e questo non per l’interesse di un momento, ma perché l’altro, l’altra è una persona. La gioia nasce dalla gratuità di un incontro! E’ il sentirsi dire: “Tu sei importante per me”, non necessariamente a parole. Questo è bello… Ed è proprio questo che Dio ci fa capire. Nel chiamarvi Dio vi dice: “Tu sei importante per me, ti voglio bene, conto su di te”. Gesù, a ciascuno di noi, dice questo! Di là nasce la gioia! La gioia del momento in cui Gesù mi ha guardato. Capire e sentire questo è il segreto della nostra gioia. Sentirsi amati da Dio, sentire che per Lui noi siamo non numeri, ma persone; e sentire che è Lui che ci chiama.